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CINZIA ALPHAMAIA

Esercizi di quiete e altre poesie

http://universo.initalia.biz

di isidoro bonfà

aggiornato al 21/01/2012

webmaster Isidoro Bonfa' - ® Diritti Riservati

 

Per la calma di un lago

il torrente

scende a valle impazzito

Alcune delle poesie tratte dal Libro:

Esercizi di Quiete

MARTA

La tenda si scostò

per farlo entrare,

l'incontenibile vento,

dentro la stanza.

Strapazzò bonariamente 

i rami di basilico,

messi a seccare,

rese odorabile l'aroma segreto

delle pesanti trecce di Marta,

scrollò la polvere dallo stuoino.

Ghermiva, da quell'aria mielata,

le nicchie del respiro,

ne sosteneva le spaziature.

Ma tutto questo non si notava.

se non per il rumore di canne sul tetto,

per un rumore di gonna che frusciava.

BORDURE

Fece saltare,

con la pressione violenta di un dito,

il doppiofondo.

Cose dolenti

carte piegate,

foto con sguardi amari,

rotolarono in terra.

La vecchia borsa

le fece uscire

come parole rotte fra i denti.

Il sole, da padrone,

se ne appropriò.

Iniziò a mordicchiare le bordure,

scurire gli angoli.

Mise sopra il ritratto

di una vecchia Signora,

bocche di Nebbiolina.

Sulla pista di polvere

rimase un odore sfocato

ricoperto di pausa,

macchie di terra grassa.

Niente di più.

ISMECA Ed.  2009 - € 10,00

ISBN 978-88-6416-043-6

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Cinzia Alphamaia

è nata nel 1957 a Roma.

Attualmente vive a Percile (RM)

Si è appassionata alla lettura

sin da piccola e ha iniziato

a scrivere all'età di dieci anni.

Premiata al concorso:

Premio Nazionale di Poesia
Città per l'Uomo
2° Edizione 2010 - Tivoli (RM)

Siti: www.mcpu.it  e www.aironetivoli.com

Sezione: Poeti del circondario tiburtino

1° Classificato - Cinzia Alphamaia

Eterni racconti

Qualcosa rimane
di quei pomeriggi
spesi nelle cripte di Chiese inaccessibili,
passati a comprare biglietti
per visite a Musei inventariati.

La Scuola dei telai
è adesso disabitata.
Restano lavori da esposizione
e i custodi non sanno dirmi
l'anno dei nostri incontri,
le vecchie filature
conosciute come intrecci
di archetipi e girotondi di aurore e di sogni.

La classe comune è dispersa,
l'insegnante tinteggia di spazi
ciò che ricorda dei nostri lavori
e ogni cosa diviene un nido
per storie antiche ed eterni racconti.

Riannodare la nostra addormentata coscienza
è ciò che possiamo, con incerto procedere, fare.
Come artigiani dall'inalterabile cammino,
come artefici
del nostro insolito sentiero bambino.

Certo ora so che l'acqua incide la pietra,
so di sicuro che ritrovata e dimenticata
sarà l'Arca di una Pace augurata.

Pur tuttavia, dimenticando i volti, cambiando i nomi,
come probabile, è un giorno di pianto,
anche loro sapranno qualcosa di altri,
qualcosa di noi.

 

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