Cara - di LUCIO DALLA dall’album DALLA settembre 1980

 

Cosa ho davanti non riesco più a parlare

dimmi cosa ti piace

non riesco a capire

dove vorresti andare

vuoi andare a dormire.

Quanti capelli che hai

non si riesce a contare

sposta la bottiglia e lasciami guardare

se di tanti capelli ci si può fidare.

Conosco un posto nei mio cuore dove tira sempre

il vento per i tuoi pochi anni

e per i miei che sono cento.

Non c’è niente da capire basta sedersi ed ascoltare

perché ho scritto una canzone

per ogni pentimento

e debbo stare attento a non cadere nel vino

o finir dentro ai tuoi occhi

se mi vieni più vicino.

La notte ha il suo profumo

e puoi cascarci dentro

che non ti vede nessuno

ma per uno come me poveretto

che voleva prenderti per mano e cascare dentro un letto...

che pena... che nostalgia

non guardarti negli occhi e dirti un’altra bugia.

Almeno

non ti avessi incontrato

io che qui sto morendo e tu che mangi il gelato.

 

Tu corri dietro al vento

e sembri una farfalla

e con quanto sentimento ti blocchi e guardi la mia spalla.

Se hai paura a andar lontano

puoi volarmi nella mano

ma so già cosa pensi tu vorresti partire

come se andare lontano fosse uguale a morire

e non c’è niente di strano

ma non posso venire.

Così come la farfalla ti sei alzata per scappare

ma ricorda che a quel muro ti avrei potuta inchiodare

se non fossi uscito fuori per provare anch’io a volare.

E la notte cominciava a gelare la mia pelle

una notte madre che cercava di contare le sue stelle.

lo lì sotto ero uno sputo

e ho detto «olé sono perduto».

La notte sta morendo

ed è cretino cercare di fermare le lacrime

ma per uno come me, l’ho già detto,

che voleva prenderti per mano

e volare Sopra un tetto...

lontano... si ferma un treno

ma che bella mattina

il cielo è sereno.

Buonanotte anima mia adesso spengo

la luce e così sia.

 

 

 

 

 

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