dal 2003 -
www.luniversoeluomo.org
|
GEOLOGIA ED EVOLUZIONE DEL MAR TIRRENO
Pagina realizzata nel febbraio 2011 - ULTIMO AGGIORNAMENTO 01-nov-2019 |
![]() |
Lavecchia G. et alii 2003 Schema geostrutturale semplificato |
A partire dal Miocene inferiore circa 19 Ma fa dietro la catena appenninica di neoformazione si apre un nuovo bacino oceanico: il Mar Tirreno. Una nuova crosta oceanica si forma man mano che la catena appenninica si allontana da dal blocco sardo-corso e si sposta verso Est. Estesi fenomeni vulcanici interessano così il bacino tirrenico ed i suoi margini e si vengono a formare i più grandi vulcani del continente europeo.
|
Lo Schema Tettonico dell'Area Mediterranea di fig. 1 (Boccaletti M.& Danieli P. 1982) evidenzia come il Mar tirreno sia delimitato ad ovest dalla microzolla Sardo-Corsa, ad est dall'edificio appenninico. da Boccaletti M.& Danieli P.1982 Fig. 1 Schema Tettonico dell'area Mediterranea
Gueguen et alii 2010 fig. 2 Schema strutturale del Mediterraneo centrale Il bacino tirrenico a sud è delimitato dalle propaggini occidentali della Catena Magrebide (nord Africa) che si estende in mare a sud della Sardegna e prosegue in Sicilia (fig. 4 - Finetti I.R. et alii 1996). La Catena Magrebide viene poi interrotta in Sicilia dalla Linea di Taormina, anch'essa trascorrente destra (fig. 3 Finetti I.R. 2004) a nord-est della quale si trovano i terreni dell'Arco Calabro-Peloritano che si saldano lungo la linea di Sangineto all'Appennino meridionale lucano. Finetti I.R. 2004 fig. 3 - Schema tettonico del Mar Tirreno e delle province geologiche circostanti
La prosecuzione della Catena Magrebide si ritrova nel mar Ionio al fronte dell'Arco Calabro-Peloritano e più a nord si salda con la catena appenninica (fig. 4 Finetti I.R. et alii 1996). Finetti I.R. et alii 1996 Fig. 4 - Schema tettonico del Mediterraneo centrale
APERTURA DEL TIRRENO: MIGRAZIONE DELL'ARCO CALABRO PELORITANO, TETTONICA DISTENSIVA E VULCANISMO
L'Arco Calabro-Peloritano è un frammento di crosta continentale del Dominio Kabilide (fig. 4), distaccatosi dalla microzolla Sardo-Corsa per effetto dell'apertura ed oceanizzazione del Tirreno che è avvenuta a partire dal Miocene. La microzolla Calabro-Peloritana, nella migrazione verso est - sud est avrebbe quindi coperto una distanza di circa 300 km nell'intervallo di tempo di circa 19 Ma intercorso tra il Miocene inferiore (Burdigaliano) ed oggi (fig. 11 Cirrincione R. et alii 1995) con una velocità di migrazione di circa 1,6 cm/anno. Tale moto ha visto ad ovest della microzolla Calabro-Peloritana l'apertura consecutiva di due bacini sui quali si sono impostati importanti edifici vulcanici sottomarini:
Tutto il Margine tirrenico della penisola è stato interessato da una tettonica distensiva che ha prodotto lungo tale margine da nord a sud diffusi fenomeni vulcanici fig. 5 (Locardi E. 1982):
Locardi E. 1982 Fig. 5 - Magmatismo area Tirrenica e Peritirrenica
ATTIVITA' VULCANICA E TETTONICA - OCEANIZZAZIONE DEL TIRRENO MERIDIONALE
Negli ultimi 8 Ma, a partire dal Miocene superiore (Tortoniano), l'attività tettonica lungo le principali dislocazioni del Mar Tirreno ha prodotto le manifestazioni vulcaniche rappresentate in fig. 6 (Savelli C. 2002). Le FAGLIE TRASCORRENTI SINISTRE a carattere regionale ad andamento W-E più importanti sono:
Savelli C. 2002 Fig. 6 - lineamenti tectono-magmatici del Tirreno
La FAGLIA 41°NORD che delimita a nord l'area più profonda del Bacino Tirrenico si estende da ovest verso est interessando quindi:
La PIANA ABISSALE TIRRENICA si estende al di sotto dell'isobata 3.000 m ed è costituita dai due bacini oceanizzati :
Il limite sud della piana abissale del Tirreno corre come già anticipato lungo la linea tettonica UEL con un vulcanismo che, in modo analogo alla precedente, vede ubicati i vulcani più antichi con rilievi subacquei sottomarini ad ovest ed i più recenti ad est:
L'assetto morfo-strutturale del Mar Tirreno è delineato dagli elementi tettonici descritti. In fig. 7 (Wezel F.C. 1982) è rappresentato il Tirreno centro-settentrionale dove, tra i vari elementi, sono ben riconoscibili i sistemi di faglie dirette ad andamento N-S che dislocano con sistemi host-graben la geosutura tra il blocco sardo-corso ed il margine occidentale della microzolla Adria (vedi anche Sezione crostale di figura 9) e l'importante la Faglia trascorrente sinistra 41° Nord, ad andamento W-E, a sud della quale come abbiamo visto si trova la crosta oceanica di neo-formazione del Tirreno meridionale.
Wezel F.C. 1982
Fig. 7 - Schema prospettico del Tirreno centro settentrionale (modificato)
Nella fig. 8 (Curzi P.V. et alii 2005) si evidenziano le importanti faglie che delimitano ad Ovest ed ad Est il più antico bacino Magnaghi-Vavilov:
Curzi P.V. et alii 2005 Fig. 8 - Morfologia del MarTirreno limiti W ed E del bacino Magnaghi-Vavilov: A: Scarpata del Selli - B: Scarpata del Sartori Le strutture crostali profonde del Tirreno settentrionale (al confine con il Mar Ligure) ed i rapporti tra il blocco Sardo-corso e la placca Adriatica (microzolla Adria) sono rappresentati nella fig. 9: Sezione Litosferica Mar Balearico-Appennino settentrionale-Adriatico, ricavata dalle sezioni crostali CROP M-12A/CROP03/M-16 (Finetti I.R. 2006). Finetti I.R. 2006 Fig.9 - SEZIONE LITOSFERICA DEL TIRRENO SETTENTRIONALE: Mar Balearico - Blocco Corso -Appennino sett.-Adriatico Lungo il profilo sismico a riflessione CROP M-12A/CROP03/M-16
L'apertura del Mar Tirreno, come si è visto, è avvenuta successivamente alla strutturazione della catena appenninica con i sovrascorrimenti e impilamenti crostali ben rappresentati nella figura 9, sezione del Tirreno settentrionale tra il bacino Balearico - il blocco Sardo-Corso (zolla continentale paleozoica ed edificio Alpino) - l'Appennino toscano ed il mar Adriatico, questi ultimi due domini appartenenti al margine est della micro-zolla Adria.
La catena appenninica nella sua prosecuzione verso sud si salda con l'Arco Calabro-Peloritano e le catene Kabilo Magrebidi. Nella Figura 10 (Van Dijk, J.P. 1992), si vede una sezione NW-SE del Tirreno meridionale dove si evidenziano i domini strutturali determinati dalla formazione del bacino Pleistocenico-recente del Marsili ed i rapporti di questo con l'Arco Calabro.
Van Dijk, J.P. 1992
Fig. 10 - SEZIONE LITOSFERICA DEL TIRRENO MERIDIONALE: Limite Bacino Vavilov - Bacino Marsili - Arco Calabro - Ionio
Nel Tirreno meridionale da NW a SE troviamo i seguenti domini:
|
|
EVOLUZIONE PALEOGEOGRAFICA Burdigaliano (19 Ma Miocene inferiore) - attuale |
|
FASE MIOCENE-PLIOCENE INFERIORE
Apertura del Tirreno settentrionale-inizio dell'apertura del bacino Magnaghi-Vavilov Una ricostruzione paleogeografica che mostra le fasi di apertura del Mar Tirreno, dal Miocene al Pliocene inferiore è rappresentata in figura 11 (Cirrincione R. et alii 1995) nei tre momenti:
da Cirrincione R. et alii 1995 Fig. 11 - Evoluzione del Mediterraneo Centrale Mio-Pliocenica tra 19 e 5 M anni Apertura dei due bacini oceanizzati del Mar Ligure e bacino delle Baleari e del Mar Tirreno migrazione delle catene verso Est
FASE MIOCENE SUPERIORE PLEISTOCENE
Uno ricostruzione più recente in cui si evidenziano i principali lineamenti tettonici attivi dal Miocene Superiore al Pleistocene si ritrova nello studio di figura 12 (Mantovani E. et alii 2007), un lavoro in cui si riportano le evidenze primarie sul meccanismo genetico del sistema fossa-arco-retroarco Tirreno-Appenninico ricavato dalle sezioni sismiche CROP. APRENDO LA PAGINA DI FIG. 12 SI POSSONO VISUALIZZARE 3 RICOSTRUZIONI STRUTTURALI A PARTIRE DAL MIOCENE DELL'AREA DEL TIRRENO MERIDIONALE, ARCO CALABRO E IONIO: "MAPPA E RELATIVA SEZIONE CROSTALE" CLICCARE SULE FRECCE A DESTRA E SINISTRA DELLE FIGURE PER PASSARE DA UNA ALL'ALTRA
Mantovani E. et alii 2007 Fig. 12 - Modello di estrusione Mio-Pleistocenica nel Mediterraneo centrale
|
|
IL TIRRENO MERIDIONALE - IL MARSILI L'ARCO DELLE EOLIE E GLI ALTRI EDIFICI VULCANICI SOTTOMARINI |
|
Il Tirreno meridionale è quello dove, l'attività vulcanica connessa all'apertura del Tirreno ed alla subduzione dello Ionio al disotto dell'Arco Calabro Peloritano, ha dato luogo alle manifestazioni vulcaniche più recenti a partire dal Pleistocene inferiore, con vulcanismo tutt'ora attivo nell'arco delle Eolie. I vari edifici vulcanici presenti sono indicati nella Fig. 13.
Fig. 13 - (a) Mappa degli apparati vulcanici del Tirreno Meridionale - (b) il vulcano attivo Stromboli sopra e sott'acqua
Dal confronto tra le figure precedenti e la figura 13 si vede come gli apparati vulcanici sono tutti impostati lungo le principali strutture tettoniche:
Tutti questi vulcani sottomarini sono anche rappresentati nella figura 6.
MARSILI Dalla figura 13 si vede come il Marsili è l'edificio vulcanico più grande del Mar Tirreno meridionale. Con i suoi 70 km di lunghezza e 30 km di larghezza (pari a 2100 chilometri quadrati di superficie) il Marsili rappresenta uno dei vulcani più estesi d'Europa. Il vulcano si eleva per circa 3000 metri dal fondo marino, raggiungendo con la sommità la quota di circa 450 metri al di sotto della superficie del mar Tirreno come si può vedere nella figura 14 .
Fig. 14 - (a) Localizzazione (b) Batimetria del Vulcano Marsili
In un articolo del 2015 dell'INGV sul Marsili si legge: Qual è lo stato di attività del Marsili, il più grande vulcano d’Europa e del Mediterraneo? È vero che è attivo? Esiste un pericolo tsunami legato al possibile distacco di una grande frana (collasso laterale)? Il web è in continuo fermento su questo argomento, ma qual è lo stato attuale delle conoscenze su questo vulcano? per ogni approfondimento si legga l'articolo, in estrema sintesi si informa che il vulcano è interessato da attività idrotermale, le ultime eruzioni sono avvenute 5000 e 3000 anni fa e non si conosce, per i pochi dati a disposizione, il tempo di ritorno dei fenomeni eruttivi. Il collasso laterale di vulcani sottomarini è un fenomeno conosciuto da tempo e, qualora si verifichi, non è detto che produca tsunami. Altre notizie sul gigante del Mediterraneo da INGV si leggono sulla newsletter n. 9.
PALINURO Per il Vulcano Palinuro ed una catena di altri vulcani minori, Figura 15, da una pagina INGV del 2017 si apprende che si è fatto uno studio a firma INGV, Istituto per l’ambiente marino costiero del CNR ed il Geological and Nuclear Sciences (Nuova Zelanda), che è stato pubblicato su Nature Communications; nella pagina si trovano diverse informazioni e due video con ricostruzioni morfologiche e riprese subacquee. Si legge tra l'altro che: il Mar Tirreno meridionale svela una nuova catena di 15 vulcani sommersi, di cui 7 fino a ora sconosciuti, una struttura lineare, in direzione Est-Ovest, che misura circa 90 km in lunghezza e 20 km in larghezza. A dirlo uno studio, frutto del risultato di numerose campagne oceanografiche condotte negli ultimi anni da un team internazionale di vulcanologi, geofisici, e geologi marini dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV e IAMC), dell’Istituto per l’Ambiente Marino Costiero del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IAMC-CNR) e del Geological and Nuclear Sciences (GNS), Nuova Zelanda. Il lavoro ‘Volcanism in slab tear faults is larger than that in island-arcs and back-arcs’, pubblicato su Nature Communications, impatta sulle conoscenze del Mar Tirreno e apre nuove strade alla interpretazione del vulcanismo in zone di subduzione nel mondo (https://www.nature.com/articles/s41467-017-01626-w).
Fig. 15 - (a) Localizzazione (b) Ricostruzione 3D del Vulcano Palinuro e famiglia di vulcani correlati
|
|
RAPPORTI GEOSTRUTTURALI TRA IL MAR TIRRENO E L'ARCO CALABRO PELORITANO
APPUNTI DI GEOLOGIA REGIONALE a cura del Prof. Raimondo Catalano del Dipartimento di geodesia e Geologia dell'Università di Palermo in cui si trova l'interessante capitolo: CENNI SUL MEDITERRANEO MARINO
|
Bernini M. et alii 1990 - Episodi compressivi neogenico-quaternari nell'area estensionale Tirrenica nord-orientale. Dati in mare e a terra. Mem. SGI 45 (1990) parte 1°, 577-589, 5 ff., 1 tav. Boccaletti M. e Danieli P. 1982 - Il Sistema Regmatico Neogenico Quaternario nell'area mediterranea: Esempio di Deformazione Plastico/Rigida Post-collisionale Mem. SGI 24 (1982) 465-482, 15 ff., 1 tav. -> Schema tettonico dell'area Mediterranea
Chiodo F. da Wikipedia - https://it.wikipedia.org/wiki/Marsili Curzi P.V. et alii 2005 - Generation handover in the Italian marine geology: From Raimondo Selli to Renzo Santori Boll. SGI 125 vol. spec n. 4 (2005) , 135-140, 1 ff. Finetti I.R. et alii 1996 - Il sistema Appennino Meridionale - Arco Calabro - Sicilia nel Mediterraneo Centrale - Studio Geologico e Geofisico Boll. SGI 115 (1996) fasc. 3, 529-559, 12 ff. -> Schema tettonico del mediterraneo centrale
S.G.I. special volume for IGC 32 Florence 2004 - Geology of Italy - pp. 131-140 -> Schema tettonico del Mar Tirreno e delle province geologiche circostanti Finetti I.R. 2006 - Basic regional crustal setting and superimposed local pluton-intrusion-related tectonics in Larderello-M.Amiata geothermal province, from integrated CROP seismic data Boll. SGI 125 (2006) fasc. 1, 117-146, 24 ff. -> Fig. 24 SEZIONE LITOSFERICA Mar Balearico-Appennino sett.-Adriatico Gueguen et alii 2010 - The south Tyrrhenian sea margin: an example of lithospheric scale strike-slip duplex Ital.J.Geosci. vol. 129 n. 3 (2010) , 496-505, 7 figs. Illies J.H. 1981 - Mechanism of graben formation Tectonophysics, 73,249-266 INGV 2015 - notizie ed informazioni sul vulcano Marsili
Lavecchia G, Boncio P, Creati N & Brozzetti F. 2003. Some Aspects Of The
Italian Geology Not Fitting With A Subduction Scenario Journal of the
Virtual Explorer 10, 1-42.
-
https://virtualexplorer.com.au Locardi E. (1982) - Individuazione delle strutture sismogenetiche dall'esame della evoluzione vulcano-tettonica dell'Appennino e del Tirreno Mem. SGI 24 (1982) P.te 3a, p.569-596 , 16 ff. Mantovani E. et alii 2007 - Major evidence on the driving mechanism of the Tyrrenian-Apennines arc-trench-back arc system from CROP seismic data Ital.J.Geosci. vol. 126 n. 3 (2007) , 459-471, 10 figs. Savelli C. 2002 - Tectono-magmatic lineaments and subduction in the central Mediterranean and southern Italy during the past 8 Ma Boll. SGI 121 (2002) fasc. 2, 231-242, 5 ff. 2 tabb. ABSTRACT Turco E. et. alii 1990 - La tettonica plio-pletstocenica del confine calabro-lucano: modello cinematico Mem. SGI 45 (1990) parte 1°, 519- 529, 9 ff. Van Dijk, J.P. 1992 - Late Neogene fore-arc basin evolution in the Calabrian Arc (Central Mediterranean). Tectonic sequence stratigraphy and dynamic geohistory. With special reference to the geology of Central Calabria. Geologica Ultrajectina, Vol. 92, pp. 57 Wezel F.C. 1982 - The Tyrrhenian sea: a rifted krikogenic-swell basin Mem. SGI 24 (1982) P.te 3a, p.531-568 , 13 ff. WIKIPEDIA - (en) Marsili - (it) Marsili
|
![]() |