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L'ARCO CALABRO PELORITANO E LO IONIO

ASSETTO GEOLOGICO STRUTTURALE ED EVOLUZIONE

Pagina realizzata il 9-apr-2011 - ULTIMO AGGIORNAMENTO 27-dic-2018

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Geologia

Geologia della Calabria

IL BACINO DI CAPO SPARTIVENTO

Geologia Aspromonte e Costa Ionica

MAPPA DEL SITO

   

Sismotettonica Calabria

CARTA GEOLOGICA CALABRIA 1:25.000 - FOGLI 264 - Palizzi e Brancaleone

I FOSSILI CRETACEI DI BRANCALEONE

 

NELLA PAGINA:

 

NEWS ARCO CALABRO PELORITANO E IONIO

IL MAR IONIO È IL PIÙ ANTICO FRAMMENTO DI CROSTA OCEANICA CONSERVATO CONOSCIUTO DELLA TERRA DI ETÀ 220-230 MILIONI DI ANNI RESIDUO DELLA CHIUSURA DELL'ANTICO GOLFO OCEANICO DELLA TETIDE TRA LAURASIA E GONDWANA

La crosta oceanica dello Ionio sprofonda sotto l'arco Calabro Peloritano, producendo terremoti sempre più profondi verso l'arco vulcanico delle Eolie (dove raggiungono i 400 km di profondità), e viene gradualmente e progressivamente riassorbita nel mantello terrestre nel moto relativo tra placca europea, di cui la Calabria è un avamposto, e placca africana.

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16 giugno 2018

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Tratta dalla Tesi di Dottorato di Minelli L. 2009 - Deformation processes along the Calabrian compressive margin

MAR IONIO OCCIDENTALE - Un sistema di fratture profonde allontana la Sicilia dal resto dell'Italia

22/12/2017 Individuato sotto il fondale del Mar Ionio un sistema di faglie che ha controllato l’evoluzione dell’antico oceano della Tetide e che è ancora in grado di innescare processi vulcanici e sismici. A svelarlo, uno studio coordinato dall’Istituto di scienze marine del Cnr di Bologna, in collaborazione con Università di Parma, Ingv e Geomar (Germania), pubblicato su Nature Communications

LEGGI LA COMUNICAZIONE CNR

 

relativa all'articolo

 

19 Dic 2017

Lower plate serpentinite diapirism in the Calabrian Arc subduction complex

 

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ASSETTO GEOLOGICO STRUTTURALE E GEOMORFOLOGICO GENERALE

Fig. 1 - Schema tettonico del Mediterraneo centrale

(Finetti I.R. et alii 1996) (clicca per ingrandimento e legenda)

L'Arco Calabro Peloritano ACP è un settore del cosiddetto dominio Kabilo Calabride (Finetti et. alii 1996) che, come si può vedere (in rosso)nella figura 1, è tettonicamente interposto all'interno della catena Appenninico-Maghrebide che si estende dalla penisola italiana, passando per la Sicilia, proseguendo poi nei rilievi montuosi dell'Africa Settentrionale.   

La sua evoluzione paleogeografica recente è strettamente correlata con le fasi evolutive dell'apertura del Bacino Tirrenico nel periodo intercorso dal Miocene ad oggi.

Le principali linee tettoniche che hanno determinato con fenomeni di trascorrenza la disarticolazione in blocchi della catena (figg. 1 e 2) sono da Nord a Sud :

  • Sistema delle faglie Palinuro-Sangineto - SL

  • Faglia della Stretta di Catanzaro

  • Sistema delle faglie di Taormina TL dei monti Peloritani e delle Isole Eolie - Vulcano Fault

La  Faglia della Stretta di Catanzaro (Fig. 1) divide l'ACP in due domini strutturali:

  • Settore  settentrionale: Catena Costiera - Sila - Marchesato

  • Settore Meridionale: Serre-Aspromonte-M.ti Peloritani.

 

L'assetto geostrutturale dell'ACP in pianta ed in sezione si può vedere nelle successive figure 2 e 3.

 

 

Fig. 2 - Mappa tettonica e sezione strutturale schematiche lungo l'Arco Calabro

(Parotto M. Praturlon A.  2004) (clicca per ingrandimento e legenda)

Fig. 3 - Sezione sismica cuneo di accrezione dell'ACP (Finetti I. 1982)

(clicca per ingrandimento e legenda)

 

Nel lavoro di Guarnieri P. & Carbone S. 2003 vengono rappresentati i Bacini Tirrenici ed i  rapporti con le strutture tettoniche dell'Arco Calabro e del Bacino di piggy back di Capo Spartivento che si apre al fronte della catena lungo la costa ionica.

Queste strutture (fig. 4 e 5) costituiscono l'ossatura del Settore meridionale dell' ACP che risuta costituito dalle seguenti strutture:

  1. Catena dei Peloritani - Capo Vaticano

  2. Forearc basin Mesima-Reggio Calabria

  3. Cuneo di accrezione - Catena dell'Aspromonte - Bacino di Capo Spartivento

 

 

(clicca per ingrandimento e legenda)

 

fig. 4 e 5 - DOMINI GEOLOGICO STRUTTURALI DELLA CALABRIA MERIDIONALE da NW a SE (Guarnieri P. & Carbone S. 2003):

Nel settore del Massiccio dell'Aspromonte e delle Serre, il moto verso sud-est  dell'Arco Calabro-Peloritano, come sarà meglio rappresentato nelle figure riportate più oltre, avviene lungo le principali discontinuità tettoniche trascorrenti  rappresentate in figure 6 e 7:

  • le faglie di Taormina e dei monti Peloritani - Isole Eolie - Vulcano Fault (come in fig. 1)

  • la faglia della Stretta di Catanzaro

 

fig. 6- Principali elementi morfotettonici della Calabria (Moretti A. & Guerra I. 1997)

(clicca per ingrandimento e legenda)

 

Fig. 7 - schema neotettonico dell'Arco Calabro-Peloritano (Parotto M. & Praturlon A. 2004)

 

Sul settore ionico il fronte della catena è strutturato nel  bacino di piggy back di Capo Spartivento CALABRIAN FOREARK BASIN e prosegue nel cuneo di accrezione dell'ACP fino a raccordarsi alla piana abissale Ionica (a 3.000 m di profondità) come illustrato nelle figure 3, 7 e  8.

 

fig. 8 - Sezione sismica lungo il cuneo di accrezione dell'Arco Calabro (Finetti I.R. 2004)

(clicca per ingrandimento e legenda)

 

La piana abissale ionica era originariamente sulla crosta oceanica della antica Tetide sulla quale, con continuità, a partire dal Giurassico medio, si è deposta una sequenza sedimentaria dapprima carbonatica fino al cretaceo poi pelitica, con un consistente deposito di livelli salini nel durante la crisi salina Messiniano (fig. 1, 3  e fig. 8) .

Lo Ionio in questo settore è delimitato ad ovest e ad est da ripide scarpate:

  • ad OVEST zona di avampaese Iblea (Sicilia Meridionale - fig. 9 - in verde in Fig. 1)

  • ad EST zona di avampaese Apula (Puglia meridionale - fig. 10 - in verde in Fig. 1)

Fig. 9- Schema strutturale del margine ionico occidentale (Monaco C. et alii 2002)

 

 

fig. 10 - Sezione sismica Arco-Calabro - Zolla Apula (Finetti I.R. et alii 1996)

(clicca per ingrandimento e legenda)

 

 

La scarpata continentale calabrese che si affaccia sullo Ionio è solcata da profondi canyons come risulta dagli importanti lavori dei geologi ricercatore Geologa Angela Cuppari (di Brancaleone (RC)) e di Danilo Morelli 2008 figg. 11 e 12.

Morfobatimetria del Mar Mediterraneo - Geol. Angela Cuppari et alii - Cartografia marina - rischi geologici

   

figg. 11 e 12 -  Morelli D. 2008 - La Cartografia marina: ricerche ed applicazioni orientate ai rischi geologico ambientali in aree Campione

Scarica il file PDF  (clicca per ingrandimento e legenda)

 

LA STRUTTURA A FALDE DELL'EDIFICIO ALPINO NELL'ARCO CALABRO PELORITANO

La Calabria è un segmento crostale che ha subito dapprima l'orogenesi paleozoica del ciclo Ercinico e successivamente quella Meso-Cenozoica Alpina.

L'intero blocco dell'ACP è  stato successivamente coinvolto nella costruzione della catena Appenninico-Maghrebide di cui oggi rappresenta un settore dalle caratteristiche geologico strutturali molto particolari.

L'importante faglia della Stretta di Catanzaro suddivide la Catena in due settori:

  • NORD - Catena Costiera e Sila

  • SUD - Serre - Aspromonte - M.ti Peloritani

 che sono caratterizzati da diverse Unità Tettoniche sovrapposte i cui rapporti geometrici sono indicati in figura 13 (Bonardi G. et alii 1992).

Fig. 13 - Rapporti geometrici delle unità dell'Arco Calabro Peloritano (Bonardi G. et alii 1992)

(clicca per ingrandimento e legenda)

 

Il sistema di falde si è originato nel corso dell'Orogenesi Alpina in due principali fasi (Minzoni N. et alii 1992):

  • La prima  dal Cretaceo superiore all'Eocene inferiore è Europa-vergente

  • la seconda dall'Eocene Medio all'Oligocene inferiore è Africa-vergente

L'Unità di Stilo, è la falda più superficiale che affiora nei settori  sia SUD che NORD dell'ACP, si è messa in posto durante la prima delle due fasi Alpine (Minzoni N. et alii 1992).

L'EDIFICIO A FALDE DELLA CALABRIA MERIDIONALE

Dal lavoro di Bonardi G. et alii 1984 sono tratte le figg. 14-a e 14-b che rappresentano gli affioramenti dell'Unità di Stilo nella Calabria Meridionale.

 

      

LEGENDA DELLA CARTA: - UNITA' DEL CRISTALLINO  E SUCCESSIONI SEDIMENTARIE

  • SEDIMENTARIO: OLIGOCENE-ATTUALE

SETTORE NORD

  • UNITA' DI POLIA COPANELLO

SETTORE SUD

  • UNITA' DI STILO

  • UNITA' DELL'ASPROMONTE

  • UNITA' DI MANDANICI

Fig. 14-a e 14-b - l'Unità di Stilo nella Calabria meridionale Aspromonte e Serre (Bonardi G. et alii 1984)

(clicca per ingrandimento e legenda)

 

 

Il sistema di falde con vergenza Alpina (verso NW) riscontrabile in Calabria vede affiorare Unità costituite da un basamento cristallino, costituito da graniti e metamorfiti di vario grado e natura, e da una non sempre presente copertura sedimentaria costituita da modesti spessori di calcari mesozoici (Minzoni N. 1993):

  • Unità di Stilo

  • Unità Polia-Copanello - Unità dell'Aspromonte

  • Unità di Castagna e di Bagni - Unità di Mandanici

L'EDIFICIO A FALDE NELLA SICILIA PELORITANA

Il sistema di falde che invece affiorano in Sicilia, nei Monti Peloritani, è indicato nella figura 15 e vede sovrapposte da NE a SW le Unità superiori dell'edificio Alpino calabrese e due Unità Peloritane.

Fig. 15 - Falde dei monti Peloritani (Nigro F. & Sidoti I. 1994)

(clicca per ingrandimento e legenda)

 

La sezione è orientata NE-SW e mostra un sistema di falde sovrascorse come indicato nella seguente successione:

  • 1 - Unità dell'Aspromonte e coperture terrigene Oligo-Mioceniche

  • 2 - Unità di Mandanici e coperture terrigene Oligo-Mioceniche

  • 3 -Unità di Fondachelli e coperture terrigene Oligo-Mioceniche

  • 4 -Unità di Longi-Taormina dettaglio nella sezione in basso 4A metamorfiti  4B carbonati Liassici 4C Peliti e terrigeno

  • 5 - Flysch di M.te Soro

  • 6 - Argille Varicolori

  • 7 - Flysch Numidico

Sulla deposizione dei Flysch sopracitati dal Cretaceo al Miocene, prima della definitiva collisione che ha prodotto l'assetto geologico attuale, nella successiva figura 16  (Wezel F.C. 1970) si ha una ricostruzione paleogeografica esplicativa.

Fig. 16 - Paleogeografia Cretaceo-Miocenica dell'oceano a nord della Sicilia (Wezel F.C. 1970)

(clicca per ingrandimento e legenda)

 

Le quattro falde Peloritane sovrapposte sovrascorrono le successioni cretaceo-paleogeniche Sicilidi dei M.ti Nebrodi: Flysch di Monte Soro e Argille varicolori e queste quelle del Flysch Numidico, depostosi sul fianco esterno del bacino Sicilide sulle successioni Imeresi e Panormidi (fig. 15,  16 e 17).

Fig. 17 - Modello strutturale 3D della Sicilia e delle aree circostanti  che visualizza i sovrascorrimenti delle varie unità (Montanari L. 2000)

(clicca per ingrandimento e legenda)

 

In figura 17 è riportato il Modello strutturale 3D della Sicilia e delle aree circostanti in cui si evidenziano i rapporti della catena Appenninico-Maghrebide con l'avampaese Apulo e con i domini strutturali siciliani.

 

Per quanto concerne le coperture sedimentarie delle falde del Cristallino della calabria sono rari gli affioramenti che ne conservano tracce. Nel lavoro di Bouillin J.P. et alii 1987 (riassunto) da cui sono tratte le figg. 18 e 19 sono evidenziate le falde dello "zoccolo alpino dell'arco Calabro-peloritano" con quattro sezioni (fig. 19) tracciate in corrispondenza di Sila (Calabria settentrionale) - Serre - Aspromonte  (Calabria meridinale e Monti Peloritani (Sicilia orientale).

 

Fig. 18 - Litostratigrafia della "Serie paleozoica della Calabria"  in SILA - SERRE - ASPROMONTE (Bouillin  J.P. et alii 1987)

(clicca per ingrandimento e legenda)

 

Nelle tre colonne litostratigrafiche di figura 18 sono evidenziati terreni di varia natura, metamorfosati della "Serie paleozoica della Calabria" datati con gli Acritarchi (Cambriano-ordoviciano):

  1. Sila: Formazione cambro ordoviciana di Laurenzana  e successivi calcari siluriano devoniani

  2. Serre settore est: termini granitici metabasitici e scisti cambro ordoviciani e Sequenza di Bivongi siluriano-devoniana-carbonifera

  3. Aspromonte settore est: serie di Pietrapennata con peliti blu con livelli di calcescisti e quarziti del Devoniano inferiore

 

Fig. 19 - 19a Localizzazione delle serie paleozoiche studiate - 19 b Sezioni interpretative schematiche (Bouillin  J.P. et alii 1987)

(clicca per ingrandimento e legenda)

 

Nel lavoro viene evidenziato  che le serie paleozoiche dell'arco calabro-peloritano assomigliano a quelle delle serie conosciute nelle Cabili (rilievi dell'Atlante del Tell del Nord dell'Algeria) in Sardegna e nei Pirenei.

L'originaria Collocazione della microzolla Calabro-peloritana, prima dell'apertura mesozoica della Tetide sarebbe quindi individuabile a sud della zolla iberica e della Sardegna a contatto con il margine settentrionale della zolla africana come si può vedere dal riquadro A della successiva figura 20 che rappresenta la paleogeografia del tardo Giurassico eliminando le zone oceaniche di nuova apertura mesozoica.

 

EVOLUZIONE GEOTETTONICA MESOZOICA  150-70 MILIONI DI ANNI

Nel Mesozoico è avvenuta la frammentazione del Pangea che ha portato all'apertura di bacini oceanici tra la zolla Eureopea e quella Africana. Una ricostruzione della posizione paleogeografica del Blocco Calabride nel Mesozoico, dal Giurassico superiore al Cretaceo superiore, è riportata nella seguente figura 20 dove viene ricostruita la migrazione della microzolla Calabride che unitamente alla placca Iberica con moto antiorario verso Nord-Est si viene a collocare nel Cretaceo superiore  a sud del Blocco Sardo corso.

Fig. 20 - Modello cinematico del Mediterraneo Occidentale  A-Tardo Giurassico B- Cretaceo inferiore C- Cretaceo superiore

(Invernizzi C. & Vityk M.O. 1997)

Nella figura 20 la litosfera oceanica è illustrata in grigio scuro. La consunzione della litosfera oceanica che pavimentava il piccolo bacino Diamante-Terranova (tra la Placca Iberica e quella Europea) dovrebbe essere avvenuta per processi di subduzione-accrezione a partire dal Cretaceo inferiore. Nel riquadro C la linea in neretto evidenzia il movimento transpressivo verso NE del promontorio Iberico-Calabride.

Nella figura 20 si distinguono i settori crostali oceanici e quelli continentali di nuova apertura.

Tuttavia una migliore rappresentazione dell'assetto paleogeografico si può vedere nella successiva figura 21 dove vengono ricostruite le posizioni  delle terre emerse e dei mari, durante il Cretaceo inferiore 125 Ma fa.

Fig. 21 - Ricostruzione Paleogeografico strutturale del Cretaceo inferiore 125 Ma intorno all'ACP (da http://deeptimemaps.com/

Dalla figura 21 si può vedere la grande estensione dei mari epicontinentali che anche con bassi fondali ricoprivano estesamente Europa meridionale ed Africa settentrionale separate dall'Oceano Alpino.

L'orogenesi Alpina 125 Ma fa era agli inizi ed ancora non aveva di fatto interessato le nostre zone.

Il parallelo rappresentato in figura 21 è il 30° Nord, l'Arco Calabro Peloritano, visibile appena ad est della microplacca Iberica si trovava quindi in quell'epoca a latitudini tropicali.

 

LA MIGRAZIONE DEL BLOCCO CALABRIDE DAL TIRRENO VERSO LO IONIO NEGLI ULTIMI 30 MILIONI DI ANNI

L'attuale posizione dell'Arco Calabro deriva dalla complessa interazione tra la zolla Africana ed Europea di cui esso costituisce un frammento posto proprio al limite tra le due zolle.

Nello studio di Doglioni C. et. Alii 1999 (fig. 22) viene visualizzato lo spostamento del fronte della catena Appennino-Magrebide a partire dall'Oligocene superiore (negli ultimi 23 M di anni).

Fig. 22 - Migrazione del fronte della catena Appennino-Arco Calabro-Magrebide dall'Oligocene superiore ad oggi.

(Doglioni C. et alii  1999) (clicca per ingrandimento e legenda)

 

I fenomeni endogeni che, a partire dall'Oligocene Superiore, hanno portato all'apertura del Bacino Balearico prima e successivamente, nel Miocene, del Mar Tirreno, hanno determinato una sensibile migrazione verso est sud est del dominio Calabro Peloritano con decisi fenomeni di trascorrenza e subduzione legati proprio alla complessa dinamica dell'interazione tra le due zolle.

 

Fig. 23 - Ricostruzione Paleogeografico strutturale del Cretaceo inferiore 125 Ma intorno all'ACP (da http://deeptimemaps.com/)

 

Sempre dal sito deeptimemas.com possiamo rilevare una interessante mappa  paleogeografico-strutturale che evidenzia nell'Oligocene, 25 Ma, come l'edificio alpino si sia strutturato e molte aree emerse in erosione producevano abbondanti Flysch che tendevano a colmare le depressioni marine interposte.

Nell'Arco Calabro Peloritano lo smantellamento delle rocce cristalline venute a giorno nel corso dell'impilamento delle falde alpine negli 80 milioni di anni precedenti, produceva a ridosso delle terre emerse i termini conglomeratico - sabbiosi prima poi pelitico arenacei della Formazione di Stilo Capo D'orlando  - FCO - ben rappresentata ovunque a ridosso dei rilievi della Sicilia Peloritana e della Calabria meridionale (Cavazza W. et alii 1997).

 

Nella precedente figura  14 a e 14 b i termini di FCO sono quelli con retino a cerchi tipo conglomerato. una sezione ed una colonna stratitgrafica dell'apporto terrigeno Oligo-Miocenico-Attuale si rileva dalla pubblicazione di Cavazza W. et alii 1997: VEDI SEZIONE - SCHEMA RAPPORTI STRATIGRAFICI.

 

Durante il Miocene, la chiusura dei bacini oceanici del Mare Alpino Mesozoico, faceva si che abbondanti intercalazioni delle ARGILLE VARICOLORI o argille scagliose cretacee che originariamente coprivano i fondali oceanici, per effetto dei fenomeni di sovrascorrimento durante la compressione del cuneo di accrezione al fronte dell'ACP, venissero messi in posto intercalati ai sedimenti di piede scarpata continentale arenaceo pelitici con carattere torbiditico miocenici della FCO come rilevabile dal sopracitato - SCHEMA RAPPORTI STRATIGRAFICI.

 

Una interessante ricostruzione dell'evoluzione dei Bacini Balearico e Tirrenico, è riportata in figura 24, che mostra la migrazione e la posizione del blocco Calabro Peloritano nel Burdigaliano (19 Ma Mioc. inf.), nel Langhiano (16 Ma Mioc. medio) e nello Zancleano (5 M a Pliocene inf.)

 

Il dettaglio dell'intervallo Miocene Pliocene evidenzia bene l'avvenuta precedente apertura del Bacino Balearico, a cui è seguita quella del Tirreno, con la migrazione dell'ACP che si distacca dal blocco Sardo-Corso e migra verso Sud-Est.

Fig. 24 - APERTURA DEL TIRRENO - Evoluzione Mio-Pliocenica tra 19 e 5 M anni (Cirrincione R. et alii 1995)

  • Burdigaliano (19 Ma   Mioc. inf.)

  • Langhiano (16 Ma  Mioc. medio)

  • Zancleano (5 Ma a Pliocene inf.)

(clicca per ingrandimento e legenda)

 

 

Dal lavoro di Nigro F. & Sidoti I. 1994 è tratta la fig. 25 in cui si presenta uno schema interpretativo della costruzione dell'edificio Calabro-Peloritano nell'intervallo Cretaceo - Pliocene con sezioni che evidenziano le unità Peloritane di LONGI  quelle Panormidi Numidiche ed Iblee.

 

fig. 25 -  schema interpretativo della costruzione dell'edificio Calabro-Peloritano tra il Cretaceo ed il Pliocene (Nigro F. & Sidoti I. 1994)

(clicca per ingrandimento e legenda)

Nel lavoro di Guarnieri P. & Carbone S. 2003 (fig. 26) è riportata una più dettagliata ricostruzione paleogeografica del "forearc system":

Fig. 26-a-b-c - Ricostruzione paleogeografica dal Miocene superiore ad oggi (Guarnieri P. & Carbone S. 2003)

I numeri indicano le aree di sedimentazione e le morfostrutture:

(1)  back-stop e intr-arc basin

(2) forearc basin

(3) cuneo di accrezione

(clicca per ingrandimento e legenda)

 

Fig. 26-a  nel Miocene sup.-Pliocene med. in Sicilia occidentale si registra l'inizio della collisione tra il back-stop della catena e la crosta africana, mentre verso est si passa ad aree in subduzione (crosta ionica oceanica)

Fig. 26-b  nel Pliocene sup-Pleistocene inf. il roll-back della crosta continentale africana provoca il collasso del margine tirrenico e la risalita di thrust crostali in fuori sequenza mentre l'arretramento della cerniera di subduzione provoca la segmentazione del forearc basin, guidato da tear-faults;

Fig. 26-c  nel Pleistocene med.-Attuale dopo la sedimentazione delle ghiaie e sabbie di Messina si registra l'attivazione di sistemi di faglie ENE-WSW (Sistema Ganzirri-Scilla) che tagliano le strutture distensive orientate NE-SW.

 

Una recente ricostruzione dei meccanismi di traslazione e rotazione nel mediterraneo occidentale nel periodo Miocene medio superiore-Pleistocene si può vedere nelle Figure 27 e 28 tratte dalla figura 11 dall'articolo di G. Barreca e C. Monaco 2013 (abstract).

 

Fig. 27 - Assetto geostrutturale del mediterraneo Occ. nel Miocene medio e superiore (G. Barreca e C. Monaco 2013)

Fig. 28 - Assetto geostrutturale del mediterraneo Occ. nel periodo Miocene superiore - Pleistocene (G. Barreca e C. Monaco 2013)

(clicca per ingrandimento e legenda)

 

Dalle due citate figure si può vedere che a rotazione della microzolla Sardo-Corsa e Calabro-Peloritana e la successiva traslazione di quella Calabro-Peloritana sono delimitate a sud dalle importanti discontinuità tettoniche litosferiche rappresentate dalla Faglia Nord-Balearica NBFZ e dalla sua prosecuzione nel Tirreno meridionale con la  South Tyrrenian Strike-Slip Duplex STSSD,  quest'ultima formata da due importanti trascorrenti destre la UEL - Ustica Eolie Line e la KAL - Kumeta Alcantara Line.

Per ulteriori approfondimenti su tali lineamenti strutturali si rimanda alla pagina sulla GEOLOGIA DEL MAR TIRRENO 

DUE PAGINE DEL SITO CON RICOSTRUZIONI PALEOGEOGRAFICHE-STRUTTURALI

   Viti M. et alii 2006 - Evoluzione del Mediterraneo centrale nell'intervallo Miocene-Pleistocene

   Mantovani E. et alii 2007 - Major evidence on the driving mechanism of the Tyrrenian-Apennines arc.......

 

 

ALCUNE PUBBLICAZIONI E LINKS UTILI:

 

 

RICOSTRUZIONI PALEOGEOGRAFICO STRUTTURALI DELL'EUROPA: http://deeptimemaps.com/europe-series-thumbnails/

 

 

CRETACEO: http://deeptimemaps.com/wp-content/uploads/2016/05/125_Cret_EurMap.png

OLIGOCENE: http://deeptimemaps.com/wp-content/uploads/2016/05/25_Oligo_Eurmap.png

MEMORIE DESCRITTIVE DELLA CARTA GEOLOGICA D'ITALIA 1:100.000

EMILIO CORTESE 1934

 Descrizione Geologica della Calabria

UNA PUBBLICAZIONE SEMPRE ATTUALE!

ARCO CALABRO PELORITANO - CARTA GEOLOGICA

Amodio-Morelli L.  et alii  (1976)

   

BIBLIOGRAFIA:

Amodio-Morelli L.  et alii  1976 - L'arco Calabro Peloritano nell'Orogene Appenninico-Magrebide

In atti 68° Congresso S.G.I - Mem SGI 17 (1976) - 1-60 5 ff. 5 tabb, 1 carta geologica

Barreca G. e Monaco C.  2013 - Vertical-axis rotation in the sicilian fold and thrust belt: new structural constraint from the Madonie Mts. (Sicily, Italy)

Ital. J. Geosci. (Boll. SGI) Vol. 132, N. 3 (2013) pp. 407-421, 11 figs.- ABSTRACT

Fig.11 Ricostruzione dei meccanismi di traslazione e rotazione nel mediterraneo occidentale nel periodo Mioc. superiore-Pleistocene Figg. A e B

Bouillin J.P. et alii 1987 - Les formations paleozoiques de l'Arc calabro-peloritain dans leur cadre structural

Boll. SGI 106 (1987) fasc. 4, 683-689, 6 ff.- (riassunto)

Bonardi G. et alii 1984 - L'Unità di Stilo nel settore meridionale dell'Arco Calabro-Peloritano

Boll. SGI 103 (1984) fasc. 2, 279-309, 10 ff.

Figg. 2a e 2b - Affioramento nelle Serre e in Aspromonte dell'Unità di Stilo - LEGENDA

Bonardi G. et alii 1992 - Sovrimpronta metamorfica Alpina nell'Unità dell'Aspromonte (settore meridionale dell'Arco  Calabro-Peloritano)

Boll. SGI 111 (1992) fasc. 1, 81-108, 6 ff., 18 foto, 2 tabb.

Cavazza W. et alii 1997 - Stratigrafia e sedimentologia della sequenza sedimentaria oligocenico-quaternaria del bacino Calabro-Ionico

Boll. SGI 116 (1997) fasc. 1, 51-77, 14 ff. 2 tabb. - SEZIONE - SCHEMA RAPPORTI STRATIGRAFICI

Cirrincione R. et alii 1995 - The porphyritic clast of the Tortonian conglomerates of north-central Sicily: paleogeographic and paleotectonic implications.

Boll. SGI 114 (1995) fasc. 1, 131-145, 11 ff, 1 tab.

fig.10 evoluzione paleogeografica del mediterraneo tra 19 a 5 M di anni

Cortese E. 1895-1934 - Descrizione Geologica della Calabria

Mem. descr. Carta Geol. d’Italia, IX - Ed. Casa del Libro Roma 1983 - 388 p. 24 fig. - 5 tav. ð ALTRE INFO

Cuppari A. et. alii - Morfobatimetria del Mar Mediterraneo

Doglioni C. et alii 1999 – On the interference between the early Apennines-Maghrebides back arch extention and Alps-Betics orogen in the Neogene Geodynamics of the Western Mediterranean

Boll. SGI 118 (1999) fasc. 1, 75-89, 11 ff.

Finetti I. 1982 - Structure, stratigraphy and evolution of Central Mediterranaen

Boll. di Geofis. Teor ed Applic. Vol XXIV, N.96 - Dicembre 1982, 247-312, 34 ff., 4 tav. f.t. 

Finetti I.R. 2004 - Innovative CROP seismic highlights on mediterranean region

in Geology of Italy S.G.I. special volume for IGC 32 Florence 2004 - pp. 131-140

Finetti I.R. et alii 1996 - Il sistema Appennino Meridionale - Arco Calabro - Sicilia nel Mediterraneo Centrale - Studio Geologico e Geofisico

Boll. SGI 115 (1996) fasc. 3, 529-559, 12 ff.

ð Schema tettonico del mediterraneo centrale

Invernizzi C. & Vityk M.O. 1997 - Studio Tessiturale e micrometrico delle inclusioni fluide in rocce metamorfiche: un confronto fra dati naturali e sperimentali per ricostruire il percorso P-T.

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ð Fig. 2 e 3 Sezioni versante ionico a Ferruzzano e Capo Bruzzano

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fig. 2 evoluzione plio-quaternaria del Mediterraneo centrale - fig. 4 principali lineamenti tettonici dell'Appennino centro settentrionale e zona peri-Adriatica

fig. 6 Campo di velocità geodetiche nel Med. centr.  --->   VEDI RICOSTRUZIONI PALEOGEOGRAFICHE E STRUTTURALI

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